11 marzo 2019, ore 14:46, abbiamo ricordato le vittime del tremendo disastro di Fukushima con il suono delle campane e un minuto di raccoglimento.
11 marzo 2019, ore18.55 inizia la trasmissione "Il motivo per cui vivo in Giappone, sul canale 7 del BS Tele East.
Sono tre ore di speciale per una trasmissione che di solito dura un'ora.
Dopo la prima parte dedicata a uno strabiliante americano che conosce più ideogrammi dei giapponesi stessi, comincia la parte dedicata a noi.
Era da dicembre che venivano da Tokyo per fare le riprese e preparare il copione.
Durante gli incontri che abbiamo fatto con il regista e le sue assistenti, ci veniva chiesto di descrivere la nostra vita qui a Kiyosaki e il percorso che ci ha portato a trasferirci qui dopo tante peripezie. E non stiamo parlando di scegliere quale rione della città prediligere, ma di una vera e propria ricerca che ha portato me e Tomo a trasferirci 18 volte nel giro di 20 anni! Senza contare tutti i posti con cui abbiamo preso contatti e siamo andati a vedere, di persona o virtualmente, in tutti e cinque i continenti!
Perché alla fine siamo venuti proprio qui?
E' stata una ricerca profonda quella che abbiamo dovuto fare per rispondere alle domande di chi non ci conosceva, ma voleva fare della nostra vita una trasmissione di due ore!
Infinite mail e telefonate, album di fotografie e quaderni di ricordi che viaggiavano fino a Tokyo.
Ricerche spasmodiche di attori che potessero somigliarci per interpretare i nostri ruoli nelle scene del passato.
Dieci giorni di riprese della nostra vita quotidiana. L'ultimo giorno in cui sono venuti anche Katsunori Takahashi, attore famoso, e l'annunciatrice Miki Handa, abbiamo lavorato dalle otto di mattina alle otto di sera.
Ma la domanda restava: perché siamo venuti in Giappone?
Perché, se in Italia il mosaico è più conosciuto, se tutta la mia famiglia sta a Trieste dove abbiamo abitato per sei anni, se in Giappone la vita è carissima...
11 marzo 2019, ore 21:59. Finisce la musica della trasmissione e ancora una lacrima luccica tra le mie ciglia: dovevano venire da Tokyo per farmi capire che la nostra è stata una buona scelta? Che in fondo facciamo proprio una bella vita e i nostri figli stanno crescendo sani e felici?
Sì, a volte la vita ti aiuta in modi impensati... Anche nella forma di un regista e delle sue assistenti...
E che siano stati loro a tirare così bene le conclusioni del nostro trasferimento qui, con tanta sensibilità, mi riempie di gratitudine e gioia.
Di dieci giorni di riprese resta pochissimo: una passeggiata tra boschi e vecchie case, a contemplare un prugno in fiore, una chiacchierata con una 97enne alle prese col registratore di cassa, l'incontro con una mamma vicina di casa, l'abbuffata di gohei mochi insieme alla suocerina, più in forma che mai, il panorama di Senmaida, alcune scene familiari e il canto d'addio dei bambini della scuola elementare al loro compagno che si diploma.
Ma questi dopotutto sono i nostri tesori, ce l'hanno fatto capire bene. Perché le famiglie miste hanno sempre combattimenti in corso: contro l'ignoranza e il pregiudizio, contro la nostalgia del paese nativo e contro l'inevitabile difficoltà culturale e linguistica del Paese che le ospita.
E i bambini sono quelli che ne soffrono di più.
Come Elisabetta, paradossalmente uguale a me, ma con le fattezze di Tomo! Timida e chiusa, da una vita con le valigie in mano, in cerca di trovare il suo sorriso.
Qui l'ha trovato, grazie a maestri meravigliosi e amici pazienti e fedeli.
A Kiyosaki l'abbiamo trovato tutti il sorriso, facendo quello che ci piace, con la nostra proverbiale lentezza, a modo nostro.
E anche se la strada è ancora lunga, sappiamo che, almeno, siamo sulla strada giusta.
Amore e Gratitudine.